ci siamo nascosti come dei ladri, nutrendoci esclusivamente di matematica e astronomia e poi è arrivato il 21 dicembre il giorno del solstizio d’inverno e anche la notte più lunga dell’anno e noi avevamo registratori e bobine e nastri e poi avevamo questa curiosità morbosa e la voglia infinita di rubare l’identità a questa notte che è la notte più lunga dell’anno e la più buia e la più sola e quindi abbiamo acceso i microfoni e li abbiamo puntati verso il bosco dalla parte opposta dell’umanità dove la notte è più vera e più buia e più sola e abbiamo iniziato a registrare una registrazione di quindici ore esattamente come la notte iniziata alle sedici e trentaquattro e finita alle sette e trenta e gli hertz che scorrevano dai microfoni fino ai nastri magnetici guardavano con affetto le lancette dei secondi e la meccanica e il suono dolce dell’oscurità e c’era un vento gelido che irrigidiva le dita e il rumore delle foglie vicine e il rumore delle foglie lontane e il fruscio elettrico di una lampada e le nostre storie tutte diverse e le nostre storie diverse di aspiranti artisti e aspiranti uomini e i nostri sogni irrigiditi come le dita delle nostre mani e poi c’era il rumore del nastro magnetico che girava goffo e indifferente e gli hertz che scorrevano e in cielo c’era una luna luminosa e la sua luce trafiggeva gli alberi e poi i rumori monotoni smisero di essere monotoni e diventarono una scoperta continua di mondi meravigliosi e animali meravigliosi e noi non parlavamo mai noi con le nostre storie di aspiranti artisti e aspiranti uomini noi comunicavamo solo con dei cenni del viso o muovendo lentamente le nostre mani irrigidite perché il protagonista doveva essere il suono di questa notte e soprattutto la registrazione del suono di questa notte che era la notte più lunga dell’anno e la più buia e la più sola
(20.12.2021)