La storia inizia con un uomo che scende dal letto a piedi nudi, accende una TV non sintonizzata su nessuno canale e libera interferenze e rumori bianchi per la stanza.
Si siede sul pavimento ruvido, incrocia le gambe e fissa dalla finestra un’insegna al neon spenta mentre fuori è sia giorno che notte.
Ripensa a quelle idee espresse male, scritte in modo sbagliato, alle creazioni tradite e poi sbiadite. Poi la sua mente vola altrove.
Ha vicino un bicchiere di vetro con acqua liscia del rubinetto che riflette le ombre del giorno e i riflessi artificiali della notte.
Allunga una mano, prende il bicchiere e beve un sorso.
Ingoia acqua e rimpianti.
Pensa che “Punto e a capo” sia il miglior abbinamento di parole che abbia mai sentito.
Si alza sui piedi nudi e guarda gli arabeschi digitali che singhiozzano dalla TV non sintonizzata.
Cammina fino a superare il bicchiere, il televisore, i rimpianti.
Poi apre la porta e va via da quella stanza e da questa brevissima storia.
(30.04.2024)