sono un contrabbandiere di rimpianti e viaggio su un furgone sgangherato e accanto a me c’è un vecchio reazionario e non parliamo ma guardiamo la strada in silenzio e accendo la radio perché la mia coscienza ha una programma radiofonico e a me piace e lo ascolto tutti i giorni dalle diciotto alle diciannove che poi in questo momento dell’anno coincide proprio con il tramonto e la luce arancione e le ombre basse e le sagome degli alberi in controluce e c’è una frase che viene dalla radio che mi colpisce e la frase è che la libertà è finita nel momento in cui abbiamo accettato che di certi temi è lecito parlare mentre di altri no e mi accorgo che lo abbiamo accettato nei programmi televisivi come nelle chiacchiere da bar e ancora lo abbiamo accettato nei testi delle canzoni come nelle chiacchiere da social network e continuamo ad accettarlo e lo accettiamo sempre di più e io che sono un contrabbandiere di rimpianti e viaggio su un furgone sgangherato e trasporto vecchi scatoloni traballanti che ballano su ogni buca della strada penso che non c’è nessuna discussione che merita di essere censurata però mi dicono che questo potrebbe offendere questo o quell’altro o quell’altro ancora e quindi se voglio stare dalla parte dei buoni è meglio non parlare di certe cose e l’unico ad offendersi rimango io ma in silenzio, sul furgone, insieme al vecchio reazionario che guarda la strada
(15.03.2023)